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Ormai molti di questi documenti sono stati sostituiti dalla possibilità di effettuare autocertificazione. Genericamente, ove per determinate circostanze questo non sia possibile, ecco la lista completa dei documenti necessari:
 

1. Certificato contestuale: si richiede al Comune di residenza, riporta la cittadinanza, lo stato civile e la residenza anagrafica.
2. Estratto dell’atto di nascita per uso matrimonio, si richiede al Comune di nascita.
3. Se si è cambiato residenza da meno di un anno, è necessario il certificato di precedente residenza.
4. Dichiarazione resa da chi esercita o ha esercitato la patria potestà, che attesti che i futuri sposi non si trovano in una situazione che ne impedisce il matrimonio (parentela, affinità, ecc.). In sostituzione ad essa si può presentare una copia integrale dell’atto di nascita che va richiesta al proprio Comune di nascita.
5. Per i vedovi, copia integrale dell’atto di morte del coniuge rilasciata dal Tribunale del Comune di morte previa autorizzazione della Procura della Repubblica di Competenza.
6. Per i Divorziati, copia integrale dell’atto di matrimonio precedente, con la sentenza di divorzio annotata a margine.
7. Per i divorziati o già coniugati, se non sono trascorsi 300 giorni dalla data di annotazione a margine del proprio atto di matrimonio, bisogna presentare la sentenza di divorzio che va richiesta al Tribunale che l'ha emessa. La donna rimasta vedova o divorziata, deve obbligatoriamente far passare 300 giorni prima di un nuovo matrimonio, tranne che non vi sia stata una separazione pluriennale o una sentenza per impotenza del coniuge (serve ad evitare eventuali dubbi sulla paternità nel caso che la donna risultasse incinta). Il divieto cessa se si presenta un parto o una interruzione di maternità. Se la donna non è incinta, può richiedere l’autorizzazione al Tribunale.
8. Autorizzazione del Tribunale dei minori, per i minorenni che comunque abbiano compiuto i 16 anni di età.

 

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